Il passato è una costante tentazione.Tuttavia il futuro è l'unico posto dove possiamo andare se davvero dobbiamo andare da qualche parte.
Frank O. Gehry

mercoledì 27 giugno 2012

Cornetto Devils and Angels: la Gamification è il nuovo Brand Engagement

Avete anche voi un DNA da gamers, come la sottoscritta?
Se la risposta è sì, non potete perdervi Devils and Angels, il  nuovo gioco su pc dell'estate, che ha come protagonisti un angelo e una diavolessa.


Per la serie "gli opposti si attraggono", i protagonisti sono due anime gemelle che, dopo essersi innamorate sulla terra, sono state separate dal destino. 
Io l'ho già provato e mi ha ricordato tanto  un vecchio giochino che a cui ero parecchio affezionata nella mia adolescenza!


La cosa divertente è che Devils and Angels è il nuovo web-game creato da Algida per il lancio del nuovo omonimo Cornetto Devils and Angels. 


L'ultimo nato di casa Algida nasce dall’incontro tra il sapore deciso del cioccolato fondente (che nel gioco è indubbiamente rappresentato dalla diavolessa, bella e tentatrice) e la dolcezza della mandorla (l'angelo biondo), ricoperti da zucchero piccante con il tocco finale di una punta di cacao :)






Come molti sapranno, sono da poco tornata dall'International Festival of Creativity Cannes Lions e c'è una frase che mi è venuta in mente vedendo questo giochino. "Gamification is the new Brand Engagement". 


La verità è che il gaming è attualmente la seconda più popolare attività sul web (la prima se parliamo di mobile). Ed è quindi naturale che i brand cerchino sempre più di fare engagement proprio attraverso la gamification dei loro contenuti. I grandi giganti del web, infatti, stanno aprendo le loro piattaforme al social gaming...e infatti non poteva mancare anche su Facebook l'app di Devils and Angels.


Tra l'altro il brand Algida appartiene a Unilever che, a mio avviso, ha fatto un gran bel seminar a Cannes dal titolo "Crafting brands for life". E non è un caso che uno dei miei tweet in assoluto più retwittati sia stata proprio una frase di Marc Mathieu, senior Vice President Marketing Unilever: "We are people crafting brands for people, not marketers managing brands"


Come dire, se vogliamo far bene questo mestiere, ricordiamoci che al centro ci sono sempre le persone.


Enjoy the game!



















giovedì 21 giugno 2012

"Creiamo Rilevanza, non Awareness"

Per la prima volta in vita mia quest'anno sono a Cannes, all'International Festival of Creativity Cannes Lions. Provo a definire questo evento con un concetto? Sembra di essere immersi in un mare dove si respira Futuro. Non riesco a definirlo in un altro modo. C'è una molteplicità tale di stimoli visivi ogni secondo che è impossibile non pensare che qui c'è il Futuro. Ora.
Vorrei fare dei reportage approfonditi almeno per la maggior parte dei seminar che ho seguito, ma il tempo scarseggia sempre e le cose da dire sono così tante.
Sinceramente mi sono preoccupata poco dei vari grand prix, ori, argenti e bronzi che l'italia ha già vinto qui.

Del resto stamattina un grandissimo Amir Kassaei, Chief Creative Officer DDB Worldwide e presidente dell'Art Directors Club Europe, in uno speech dal titolo "The New Creative Revolution" raccontava che alla gente, soprattutto in Europa con la crisi con la quale si convive, non interessa nulla dei premi che le agenzie vincono qui a Cannes Lions. Alle persone non interessa neanche più di tanto della pubblicità. Alla gente interessa ciò che è rilevante, ciò che aggiunge valore alle loro vite. Per questo, dice, il migliore e più efficace advertising è quello che non sembra affatto advertising.
E se molti sostengono che la pubblicità stia morendo, Amir ribatte che non è assolutamente così, anzi. L'advertising si sta solo evolvendo.

Sta cominciando una nuova fase che, dopo l'età del digital e della frammentazione - che si sta concludendo -, viene definita The Age of Brand Networks. Un'era in cui bisogna ricordare che il digitale non è un media, è un'infrastruttura; un'era dove sostanza, rilevanza e qualità sono le tre keywords del cambiamento in atto.

Inizialmente erano i computer ad esser connessi tra di loro, poi erano le persone connesse ai computer, e ora tutti sono interconnessi con tutto. E questo cambia radicalmente le cose, dice Amir.

Kassaei riempie d'orgoglio la platea quando dice che, sì, siamo fortunati, perché lavoriamo in un'industria speciale (io ne ero già convinta). Un'industria che ha il potere di comprendere la natura umana. Un'industria che ha bisogno che di ricordarsi di trattare di più le persone come amici e non come target group. Un'industria che non deve svendersi, visto che Kassaei fa scrosciare una risata in sala definendo la pubblicità come "la prostituta meno pagata al mondo".

Creiamo rilevanza, non awareness. Parla poi di una parola molto usata qui al Palais in questi giorni: creativity. Per la precisione parla di Social Creativity come l'elemento che deve caratterizzare in modo imprescindibile chi fa questo mestiere: l'umanità.

E oltre a "social creativity", anche "humanity" è stato un'altra di quelle parole che ha fatto da filo conduttore in questo festival.
Ne ha parlato ad esempio James Kirkham, Managing Director di Holler, durante un seminario di due giorni fa organizzato da Leo Burnett, dal titolo "Turning data into an idea". Sottolineava, quasi come Amir, che chi lavora in questa meravigliosa industria è un eterno studente del comportamento umano.  "HumanKind doesn't speach to people, it speaks with them".

E concludo questo post proprio con una frase di Kirkham: "Creativity has the power to transform the human behaviour".
Sì, chi lavora nell'industria della creatività è decisamente fortunato. O almeno...io mi sento così.

Vi lascio questo bell'ambient presentato da Amir Kassaei, realizzato da DDB Mexico per Volkswagen.
Ha vinto il bronzo nella categoria Promo & Activation.

venerdì 1 giugno 2012

Advertising Online: il Mercato Europeo supera i 20 miliardi

Ieri all'annuale Congress Interact di IAB Europe, svoltosi a Barcellona, sono stati presentati i dati dell'AdEx Benchmark, il report annuale di IAB Europe che tira le somme sul mercato europeo della pubblicità online.
La buona notizia è che, in tempi di crisi, l'advertising online europeo regge riportando, anzi, dati positivi e ottimistici per il futuro. La crescita è stata del 14, 5% annuo, a fronte di una crescita di solo lo 0,8% del mercato pubblicitario globale.

I dati emersi evidenziano una crescita, quindi, a doppia cifra del mercato europeo dell'advertising, che raggiunge i 20,9 miliardi nel 2011. E se questa è la situazione a livello aggregato,  guardando i singoli Paesi forse sono la Russia, con il suo + 55%, e la Serbia, con il suo + 46%, a colpire di più. Con un valore di 1.12 miliardi di Euro generato soprattutto grazie allo sviluppo del Search, la Russia si attesta al sesto posto come grandezza del suo mercato. 

                          


I cinque principali mercati (Uk, Germania, Francia, Italia e Paesi Bassi) rappresentano insieme il 67,9% del mercato totale dell'adv online, in leggero calo rispetto al 69,2% del 2011. 
E l'Italia? Dopo un quarto posto come mercato pubblicitario online, conquista il secondo per crescita del Mobile Display.

Ma vediamo altri dati rilevanti che sono emersi dall'AdEx Benchmark.

Il tasso medio di crescita del Mobile è del 45%: indubbiamente sta crescita sta avvenendo a ritmi elevati, nonostante il peso degli investimenti in questo ambito non raggiunga neppure i 3 punti percentuali sulla spesa in Display Advertising.

Il Video rappresenta l'8,2% del Mobile Display, con la Svezia che raggiunge il valore più alto con il 9,8% (ma anche i paesi dell'Est non vanno male, con il 5,8% raggiunto dalla Polonia). Sempre in ambito video il mercato tedesco e quello UK hanno già superato i 100 mln, raggiungendo quota 117 mln il primo e 126 mln il secondo.

                    



Crescita significativa anche per il Search, soprattutto nei paesi dell'Europa Centrale. Il Paid Search è cresciuto di quasi il 18% nel 2011 e resta l'ambito più corposo dell'adv online. E mentre il Display ha una quota del 33,6% sul totale della spesa in pubblicità, il Search raggiunge quota 46,5%. Quello che emerge dalla ricerca condotta da IAB Europe è che la crescita del Search è anche e soprattutto merito della creatività dell'online advertising e della cross-medialità delle campagne. Anche nell'ambito del Search, sono i paesi dell'Est Euopa (Slovenia, Croazia, Ungheria, Polonia e Russia) che hanno ottenuto aumenti significativi nella spesa.

Infine i Big Data, anch'essi in crescita del 15,3% nel 2011. E' stato proprio il boom del mercato dei Big Data che ha permesso la crescita del Display Advertising nel 2010. I Big Data si basano su metriche complete ottenute attraverso la piattaforma internet utilizzata per il Display Advertising. Attraverso i Big Data gli inserzionisti possono raggiungere un pubblico molto ampio, come anche un target estremamente di nicchia che soddisfa le loro specifiche esigenze. Queste tecniche basata sull'estrarre il più alto valore aggiunto possibile dai dati aumentano il rapporto costo-efficienza dell'advertising online. E' stato il Search Advertising ad aprire la strada a quest'approccio data-driven, che ha già cominciato a crescere a ritmi serrati.
E c'è da scommettere che la crescita dei Big Data è destinata a proseguire ancora. (E a proposito di Big Data, se ne parlerà anche al Social Business Forum a Milano il 4 e 5 giugno).

Del resto, se il mercato digitale risponde ben alla crisi rispetto ad altri mercati, forse si potrebbe considerare il fatto che questi mercati più tradizionali potrebbero beneficiare di una vera e propria "evoluzione innovativa" se solo venissero realmente integrati con il digitale.

Penso, ad esempio, alle PMI, dove si fa ancora così fatica a creare forme di integrazioni con l'online, per un problema culturale, oltre che di risorse.
Ma questa è solo una considerazione. E si apre un mondo di riflessioni e tasselli da mettere in atto, che rimando a un altro post.