Il passato è una costante tentazione.Tuttavia il futuro è l'unico posto dove possiamo andare se davvero dobbiamo andare da qualche parte.
Frank O. Gehry

venerdì 5 novembre 2010

The Cocktail Lab: a social experiment in mixology


Anche questo mese il numero di Wired Us su iPad è riuscito a ottenere  l'effetto wow già alla seconda pagina. E  non con un contenuto editoriale, ma con una pubblicità, per giunta.
Come molti forse sapranno, Wired Us su iPad non è una semplice rivista, è qualcosa di unico nel suo genere (almeno per ora) a livello mondiale. Sì, perchè uno si aspetta semplicemente di "sfogliare" una rivista su un dispositivo elettronico, ma qui c'è molto, molto di più. C'è interazione a 360°, ci sono audio, video, giochi e immagini interattive (immaginate un articolo di una normale rivista, con una grande foto nel mezzo che raffigura più oggetti e immaginate che, ogni volta che cliccate su un oggetto, accada qualcosa: spunta un altro oggetto nella pagina, si attiva un video dove un tizio dentro un televisore ti parla di quell'argomento, si attiva un suono connesso a quell'oggetto, etc).

Ieri sera ho scaricato il terzo numero di Wired e, subito dopo la copertina, la schermata presentava una pubblicità. Questo si capiva a colpo d'occhio perchè campeggiava una bottiglia con scritto "Tequila 100% de Agave" e sotto "Silver Patròn". Poi accanto c'era un pay off in grande. Io, però, quello che era scritto non l'ho neppure letto perchè la mia attenzione è stata subito catturata da un rettangolino in basso dove era scritto "START". Se in una pubblicità siamo abituati a vedere scritte che ci dicono quanto buono è quel prodotto, siamo meno abituati a vedere pulsanti con scritto Start (soprattutto su quella che dovrebbe essere una rivista!), che fanno subito pensare che, dopo aver fatto click, qualcosa accadrà.

Clicco su start e mi appare la pagina di login di Facebook. Resto un pò spiazzata, perchè mi aspettavo un video (ad esempio, nelle pubblicità che si trovano nelle riviste su iPad italiane si trova la pubblicità della Vodafone e, una volta cliccato sul pulsante play, parte il video con Totti e Hilary che già conosciamo dalla pubblicità televisiva)...e allora torno indietro a leggere bene. Quello che avevo scambiato per un pay off in realtà diceva (in inglese) "Patròn sta portando avanti un social media experiment" e sotto, più in piccolo, "Abbiamo dato la caccia senza sosta a nuovi grandi cocktail. Poi abbiamo pensato a quante "libagioni" sono state inventate e perse per sempre..."

Infine capisco il perchè della schermata di Facebook. Perchè Patròn aveva creato Patròn Cocktail Lab su FB dove era possibile caricare l'immagine e gli ingredienti del cocktail creato e  votare i migliori.
A questo punto ho cliccato nuovamente su start e sono entrata nella fan page di questa Tequila, Patron Cocktail Lab. La descrizione sotto la foto dice "A mixology think tank, powered by you. In the search of the perfect drink." Fondata nel 2010, la pagina conta più di 17.000 fans.

Entrando nell'applicazione è possibile accedere al form dove si può caricare la foto del cocktail appena creato, indicare il nome che gli abbiamo dato e fare la lista degli ingredienti. Una volta completato il form, il cocktail da noi creato sarà pubblicato e potrà essere votato.

Una bella iniziativa, a costo molto basso, per ottenere ampia visibilità, per fidelizzare le persone al proprio brand e, soprattutto, per far sentire importanti proprio le persone. Infatti, come recita lo slogan della pagina del Cocktail Lab, Cocktail ideas and inspiration from someone who knows best: YOU.


E a proposito del costo nullo di creare questa fan page, non posso non consigliare un libro che ho cominciato  a leggere proprio ieri (su iPad, che costa meno rispetto alla versione cartacea) ma che mi ha già conquistato, Gratis, di Chris Anderson (proprio lui, il direttore di Wired Us).
"Qui sta il paradosso del Gratis: c'è gente che guadagna un mucchio di soldi, senza farsi pagare niente". 
Ecco, Patròn Tequila mi sembrava  un bell'esempio di quello che si può ottenere con il Gratis, un esempio da condividere con chi non ha la possibilità di acquistare Wired su iPad (ma sicuramente è su Facebook!).

Grazie a Wired US for iPad che è sempre un passo avanti (ma ci vuole davvero poco a essere un passo avanti rispetto a quello che si può vedere, in questo settore, in Italia) e che mi fa quasi sentire come se in questo momento, al posto di essere a Milano, mi trovassi in uno Starbucks a New York a "sfogliare" questo "magazine interattivo", grazie ad una free wifi connection (ancora un'utopia, purtroppo, in Italia).

lunedì 1 novembre 2010

Flash Mob: the last T-Mobile Welcome Back





Chi, di ritorno da un viaggio, non vorrebbe tornare nella propria città e ricevere un "bentornato" simile? :)

Con il termine flash mob (dall’inglese flash – breve esperienza e mob – moltitudine) si indica un gruppo di persone che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un’azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi. Il raduno viene generalmente organizzato attraverso comunicazioni via internet o tramite telefoni cellulari. (wikipedia)


Ultimamente i flash-mob impazzano come modo di coinvolgere grandi masse di persone in tempi rapidi. Alcuni sono geniali e creativi, altri forse un pò ripetitivi.
Questo, che possiamo definire flash-mob "vocale" (non è stato utilizzato nessuno strumento musicale, eccetto la voce!), mette di buonumore e indubbiamente genera emozione. E' stato realizzato il 27 ottobre scorso (2010, per i posteri) per T-Mobile al Terminal 5 dell'aeroporto Heathrow di Londra e in 5 giorni ha superato le 720.000 visite su youtube.
Come dice il pay off di T-Mobile (compagnia telefonica inglese), Life's for sharing, le cose belle della vita sono fatte per essere condivise... e allora, posso non condividere questo video?

venerdì 22 ottobre 2010

Foursquare e le buone cause


Torno a parlare di foursquare su questo blog e lo faccio per quello che reputo un validissimo motivo.
Proprio l'altro giorno ho scoperto che su foursquare e'stata creata una venue (una pagina, per i non 4sq-addicted) chiamata "wi-fi libero in Italia", geolocalizzata nella sede del Parlamento a Roma.
E' degli ultimi giorni l'ultimo tentativo di modificare il decreto Pisanu che rende particolarmente difficoltosa la diffusione delle rete wi-fi aperta. La motivazione alla base del decreto e' legata ai temi della sicurezza e del terrorismo...ma e' risaputo che in Europa la diffusione di rete wi-fi aperta e' 5 volte superiore di quella in Italia. Per non parlare poi di Israele. Un paese che di problemi di terrorismo ne ha sicuramente più di noi. Un paese dove, al contrario dell'Italia, i sistemi di sicurezza non si basano sulla "repressione" della rete (la nostra burocrazia in materia fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a chi vorrebbe aprire reti).
Ebbene, qualcuno (Luca Alagna) si e' inventato un modo, a mio parere, alternativo e creativo per far manifestare alle persone la propria volontà di far modificare il decreto Pisanu. Facendo check in su foursquare su "wi-fi libero in Italia" si puo' mandare automaticamente una mail a tutti i propri contatti foursquare e si può condividere l'iniziativa sia su twitter che su facebok.
E poco importa se faccio check in dicendo che sono a Roma davanti al Parlamaneto, quando in realtà sono a Milano, a Palermo o in Giappone. E' per una buona causa!
Probabilmente qualcuno potrà dire che tutto ciò e' sbagliato. Ma io, che in questo momento scrivo con il mio iPad in diretta dallo SMAU, penso sia più sbagliato che questo decreto continui ancora a frenare lo sviluppo potenziale di tante piccole realtà ICT che sto vedendo qui. Non si offenda nessuno, ma penso che solo l'innovazione tecnologica possa trainare lo sviluppo e la ripresa dopo una crisi.
Senza banda larga non si va da nessuna parte. Lo continuiamo a dire e scrivere tutti. Ma chi potrebbe cambiare le cose non l' ha ancora fatto.
Chissà, magari (magari veramente!) qualche parlamentare (ma non solo) farà check in dalla zona del Parlamento e scoprirà così l'esistenza di questa iniziativa. Una sorta di "petizione da firmare" in versione evoluta, in versione social. Magari servirà a poco, ma sicuramente contribuirà a far in modo che le persone come me facciano massa critica.
Cosa aspettate ora? Andate a fare check in!

mercoledì 13 ottobre 2010

Design for All. I dettagli fanno la differenza. Sempre.



Dopo quasi due mesi torno a scrivere su questo blog. E torno a scrivere di ciò che principalmente mi ha spinto a creare questo spazio: il design.
La settimana scorsa a Milano c'era l'Innovation Festival e non avrei mai potuto mancare l'appuntamento anche perchè, tra le varie forme di innovazione presenti, non poteva mancare anche quella applicata al design.

Ciò che mi ha sempre affascinato del design è sempre stata la sua capacità di rendere bello e agevole un qualsiasi oggetto. Alla portata di tutti, non solo  dell'"uomo medio".
Ebbene, l'incontro " Elogio della diversità" penso abbia fatto ricordare ai molti presenti che design non è solo quello con prezzi esorbitanti che a Milano si vede in zona Brera o in Corso Monforte, è quello che può rendere la vita migliore a tutti, indistintamente, anche con un tocco di bellezza estetica.

"Design for All può trasformare la diversità in una risorsa" era il sottotitolo dell'incontro e uno degli oggetti che ha affascinato i presenti per la sua capacità di far vedere la diversità come risorsa è stata una maniglia.

Ebbene sì, proprio una maniglia.
Chi ha il pallino per il design sa che sono i dettagli, anche quelli apparentemente più insignificanti, a fare la differenza. Sempre.
Bè, la maniglia LEONARDO (di Fabrizio Bianchetti - design Ghidini) ha una forma insolita, allungata, che non passa inosservata. E questo la rende perfettamente usabile da qualunque utente (il design deve essere for all, no?), da un bambino, da un adulto, da un anziano, da un uomo in piedi, come anche da un uomo in sedia a rotelle.
Siamo abituati, purtroppo, a distinguere ciò che è "comodo" per noi e ciò che deve essere usato per chi ha una diversità (come una persona in sedia a rotelle).
Ma ci siamo mai chiesti quanto a queste persone piaccia che non si perda occasione per farli sentire dei diversi? L'esempio della maniglia spiega perfettamente quello che cerco di dire.
Normalmente le porte hanno la maniglia collocata a 105 cm da terra. La normativa DM 236/89 attualmente vigente in tema di accessibilità prevede che le maniglie delle porte siano collocate ad un'altezza di 90 cm da terra.
La maniglia Leonardo ha una forma allungata che le permette di essere collocata tra i 90 e i 105 cm e in questo modo può essere utilizzata da chiunque, anche da persone con problemi di prensilità.

Questa maniglia, inoltre, è veramente un dettaglio che valorizza l'oggetto-porta..chi è che generalmente fa caso ad una normale maniglia su una porta? Quasi nessuno ( a parte me che sono un caso patologico per il design..). Invece il disegno semplice, elegante e dalla linea sinuosa del progetto LEONARDO porta innovazione al delicato, ma sempre più presente, tema dell'accessibilità, eliminando ogni tipo di barriera, anche psicologica, legata alla diversità.

So che questo non è un argomento a cui pensiamo spesso. Ma credo sia doveroso dare voce alle necessità tutti, non solo a quelle della massa.
E poi a me questa maniglia piace veramente tanto!

Evviva il design, soprattutto quello che nasce per migliorare la vita, e non solo per essere guardato con superficialità.

Mention speciale in questo post a Roberto Vitali, Presidente di Village For All (per un turismo sostenibile). Se per caso passasse da qui, complimenti per il suo bel intervento!

martedì 17 agosto 2010

Spam su Foursquare? No, grazie



Oggi voglio parlare di social media e, tra i nuovi, Foursquare è uno di quelli che preferisco.
Non voglio fare un clone del mio post di qualche mese fa I love Twitter ...ma la verità è che io adoro anche Foursquare (4sq per gli amici) perchè penso che abbia delle enormi potenzialità nel campo del social media marketing, ma anche perchè semplicemente...mi piace!
Due parole per dire cos'è 4sq per chi ancora non lo conosce bene  (e mi scuso con i miei followers di twitter che, invece, sanno bene cosa sia 4sq!).
Si tratta di un ibrido tra una “social city guide” e un game. Si basa sul fenomeno del geotagging (ovvero "etichettare" un luogo) e permette di creare una mappa dei propri posti più frequentati e condividere con gli amici info o consigli sui posti preferiti (o detestati).
Foursquare funziona così: quando ci si trova in un luogo si effettua il check-in (tramite cellulare) e questo permette di accumulare punti e di sbloccare badges (che sono distintivi virtuali). Più si fanno check-in in uno stesso luogo e più si ha la possibilità di diventare il Mayor (sindaco) virtuale di quel luogo. Ogni volta, inoltre, che si fa un check-in si può scegliere di mandare la notifica del fatto che ci si trova in quel dato luogo via mail a tutti gli amici di Foursquare, via Facebook e via Twitter. 
Bene, detto questo bisogna subito dire che si aprono infinite possibilità di fare marketing per le aziende (di qualunque tipo)...sì, ma bisogna esser capaci di sfruttare bene queste possibilità. E questa non è una cosa scontata, visto che quello che ho visto oggi.
Ieri mi ha aggiunto tra gli amici di 4sq www.travelitalia.com  e da stamattina hanno cominciato ad arrivarmi ogni 10-15 minuti notifiche email contenenti il nome di posti di Milano in cui questo "utente" avrebbe fatto check in. 
Direi però che a questo livello si tratta di autentico spam e non si simula affatto di scoprire "nuovi" posti. Vorrei sapere che senso ha e a che serve esattamente spammare in questo modo la gente con check in alle Colonne di San Lorenzo, dopo 2 minuti (di numero) a Palazzo Reale, dopo altri 5 minuti al Castello Sforzesco, ecc. (tra l'altro sempre gli stessi 4-5 luoghi..) E' palesemente un'azione pilotata (male anche!), sarebbe auspicabile insegnare a questa gente a "recitare" meglio. Si possono trovare modi alternativi per "coinvolgere" maggiormente le persone e mantenere la parte di game (perchè lo spam che ha invaso la mia mail oggi non ha nulla di divertente), please?
Ma davvero queste aziende pensano che gli users siano così stupidi e passivi?A loro piacerebbe esser trattati così da stupidi?
Come minimo ora questo www.travelitalia.com viene cancellato dagli amici di 4sq. 
Però mi piacerebbe vedere le aziende (o chiunque voglia promuoversi) utilizzare meglio foursquare...e se non siete capaci, fate a meno!altrimenti fate solo danni...
Ovviamente questa è solo la mia opinione. Magari gli esperti di 4sq (esistono "esperti" di questo social network??) diranno che il marketing 3.0 si fa così...personalmente ho qualche dubbio.

Nel frattempo mi sono arrivate altre 3 mail con check in al Museo Poldi Pezzoli, al Duomo e alla Pinacoteca Ambrosiana...

domenica 4 luglio 2010

Comunicazione a KM ZERO: Agrycult






Sono reduce da 2 giorni a Firenze per Toscanalab (evento dedicato al web, alla comunicazione digitale e ai social media) e, come sempre mi accade quando vado a questi incontri, ho la sensazione di essermi tuffata per un attimo nel 2150 e poi di essere tornata bruscamente alla realtà del 1950. La gente che si stupisce del mio sentirmi fiera di voler essere, nel mio piccolo, protagonista di questo mondo che evolve, che prima mi sembrava "normale", ora mi sembra quasi ancor più retrograda (nel vero senso della parola...che al posto di andare in avanti, va indietro) e chiusa di mente. Però, c'è un però. Che ogni tanto trovo qualcuno di veramente ma veramente avanti e questo basta a farmi sentire un pò meno aliena!
Ieri ho scoperto grazie a Twitter (dove, non a caso, si trovano i pionieri) Agrycult, che si definisce una "online farmers community". Francesco Travaglini, allevatore e contadino molisano, ha trasformato il suo orto di Parco dei Buoi in un vero e proprio orto digitale. Si tratta di un "orto in abbonamento", a cui da poco si è aggiunta ricotta 2.0! Come funziona?
Alle 11 la ricotta è pronta e nel pomeriggio passa il corriere SDA a ritirarla sistemata in un contenitore di polistirolo tenuta alla giusta temperatura con buste di green ice. Quindi 24 ore dopo la loro produzione le ricotte saranno consegnate direttamente a casa.


Che dire? L'idea mi sembra ottima. L'aiutiamo a crescere e a diffondersi? Andate a dare un'occhiata al sito www.agrycult.com perchè sono sicura che ne resterete meravigliati! Qui il modulo per l'abbonamento all'orto digitale e a ricotta 2.0 :)
Ecco cosa può fare una buona idea unita alla potenza del web!
Ma la cosa che più mi ha affascinato di Agrycult è che il loro obiettivo ambizioso è realizzare il "Km zero della comunicazione" e far sì che questo si trasformi in un innovativo modello di distribuzione e consumo dei prodotti dei contadini italiani. Ma sapete cos'altro si sono inventati Agrycult e l'Az. agr. Parco dei Buoi? Un concorso su twitter, a costo zero, ma in grado di generare non poca visibilità (visto che io ne sto scrivendo e voi ora state leggendo).
Bastava fare un RT (retwittare, cioè reinviare un tweet pubblicato da un utente) di un tweet di @Agrycult e poi Michele Vitale avrebbe provveduto a estrarre a sorte un vincitore, il cui premio sarebbe stato proprio una cassettina di ortaggi freschi che sarebbero arrivati a casa entro 24 ore dalla raccolta! Una cosa simile l'hanno inventata anche per facebook. Bisognava taggare se stessi e un'altra persona su una foto della fanpage di Agrycult. In questo modo si faceva conoscere il progetto ad un'altra persona e si aveva la possibilità di essere estratti per vincere un'altra cassetta di ortaggi freschi.
Ora lo posso dire, ho visto prima il video su youtube con l'estrazione di stasera del concorso di twitter  e... conosco il vincitore! E credo che sarà d'accordo con me nel sottolineare una cosa. 
Troppo spesso ci dimentichiamo che il web non è qualcosa di "finito", dove si possono individuare dei limiti fisici. E' un pò come l'aria. Non ci può essere l'aria solo mia e l'aria solo tua. L'aria è di tutti, è per tutti ed è dappertutto. Così è per il web. Sarebbe anche ora di finirla di pensare "internet lo posso usare solo per queste determinate cose" oppure "cosa ci trovi di interessante in twitter?". Non possiamo continuare a mettere dei limiti all'estensione del web. Agrycult ne è la prova evidente. Ho voluto parlare di loro perchè rappresenta in modo tangibile quello che ho sempre pensato, cioè la trasversalità del web. In ogni ambito immaginabile dall'uomo esso può avere un effetto "moltiplicatore" rispetto alle funzioni tradizionali, praticamente a costo zero!  La rete ci può aiutare ad arrivare dove da soli non siamo in grado di arrivare. Possiamo ancora continuare ad ignorare questo concetto? Trovo veramente che l'idea di Agrycult  e la loro comunicazione siano state geniali e penso che la loro grandezza sia proprio nella continua sperimentazione. Non a caso il modello a cui si fa riferimento è quello della "community supported agricolture". E la community potenziale siamo tutti noi.
Oggi ho parlato di ricotta 2.0 , ma chissà cosa saranno capaci di inventarsi tra qualche mese! Quindi, tanto di cappello a chi "prende in mano" la tecnologia e la usa su di sè, senza limitarsi a guardarla in modo distaccato. E' come una grande staffetta. C'è chi sta sugli spalti a guardare, magari si annoia pure. E c'è chi corre, e poi magari vince.
Allora, avevo ragione o no quando ho scritto che ad Agrycult sono veramente ma veramente avanti? Complimenti a queste persone così open-minded! Trovare una sola di queste persone mi fa sopportare più facilmente 100 non-open-minded.
E' la cultura digitale che avanza :)

martedì 8 giugno 2010

Siate affamati, siate folli - Stay hungry, stay foolish





Non tutti i giorni capita di poter parlare con delle grandi persone. Ebbene, ieri è successo. A volte cadono dal cielo e hai la possibilità di parlarci per pochi secondi, ma altre volte hai la possibilità di sederti ad un tavolo con loro...e ascoltare.   
Ho ascoltato tante cose piene di energia ieri sera ma stamattina mi sono svegliata pensando che la prima cosa che dovevo fare era seguire un consiglio (uno dei tanti) che avevo ricevuto.  Dovevo assolutamente leggere il discorso di Steve Jobs alla Stanford del 2005. Ho una stima incondizionata di quest'uomo, ma non avrei immaginato davvero che quelle parole potessero cambiare radicalmente in meglio la mia giornata.  Non si può spiegare il perchè. Per questo voglio condividere queste parole su questo blog. Guardate i video e capirete.
Ma prima...

The english version for my not-italian twitter friends :)

Not every day happens that you can speak with some Great people. But yesterday it happened to me.
Sometimes you can speak with them just for few seconds, but sometimes you can sit with them...and listen to their words.
I have listened to many full-of-energy words but the most important thing was that I had to read Steve Job's speech at Stanford University in 2005. 
I should never imagined that those words could change for the better my day (and my life). This is the reason why I want to share these videos in my blog. Look at the videos. Enjoy!









giovedì 3 giugno 2010

"La curiosità è il primo scalino verso la creatività"

"La curiosità è il primo scalino verso la creatività." 
Bellissima frase. Non è mia ovviamente, ma del grande Armando Testa.  Qualche settimana sono stata a vedere la mostra che ripercorre la sua carriera al PAC e questa frase mi si è scolpita in testa. Questa frase mi ha fatto un pò sentire una privilegiata perchè di certo non si può dire che la curiosità mi manchi.
L'innata curiosità di Armando Testa l'ha portato a interessarsi di arte, design, illustrazione e pubblicità e l'ha fatto diventare un indiscutibilmente grande Creativo.
Ricordo che quando ero al liceo andavo da mio padre a chiedere aiuto per tradurre le versioni di latino e ricordo che quando gli domandavo il significato di una parola, ad esempio di una versione che parlava di Cesare in Gallia, allora lui cominciava a raccontarmi tutta la storia del de bello gallico nei dettagli più minuziosi... Ammetto che nei miei pomeriggi adolescenziali preferivo fare altro e, quindi, tentavo sempre di fermare queste sue "perle storiche"...e ogni volta scattava la solita ramanzina esasperata: "Bisogna essere curiosi... Bisogna essere curiosi...".   (Babbo, se stai leggendo...non dire che non è vero!!). Comunque, babbo, non ti puoi lamentare...devi ammettere che sono venuta su abbastanza curiosa alla fine, no?? :)
Penso, in ogni caso, di interpretare il pensiero del buon vecchio Armando dicendo che senza la curiosità, di questi tempi, non si va tanto lontano. Se dovessi rappresentare la curiosità con un'immagine, la disegnerei come una nuvoletta a pochi metri da terra. Sarebbe un'ottima postazione da cui guardare giù. Sarebbe possibile vedere tutto a 360° dall'alto, ma allo stesso tempo si riuscirebbero a scorgere i singoli oggetti in modo nitido (al contrario di chi sta sulle nuvolette a 5000 metri da terra...come stavo io fino a qualche anno fa...). Chi ha i piedi fissati per terra può guardare ciò che sta davanti a sè, oppure può voltarsi e vedere ciò che sta dietro...ma non potrà mai vedere da più di una prospettiva contemporaneamente e non potrà vedere insieme ciò che gli sta davanti e ciò che gli sta dietro. 
Ecco, questa per me è la curiosità. E' il voler vedere il più possibile in una visione d'insieme.E' il voler andar sempre oltre un immaginario limite. E poi da qui scatta la creatività, ovvero mixare tutti gli elementi visti insieme e creare qualcosa di nuovo.
Quindi, se vogliamo essere più creativi, diventiamo più curiosi e cominciamo a battere sentieri sconosciuti. Il rischio di trovare qualcosa che non ci interessa dovrebbe essere del tutto marginale rispetto al rischio di perderci qualcosa (o qualcuno) che magari riuscirà a cambiare radicalmente in meglio la nostra vita. 
Grazie alla mia curiosità credo di aver conosciuto una grande persona, di quelle che non hanno bisogno di dire o fare nulla perchè tu capisca che sono grandi. Lo vedi e basta. Ma questa è un'altra storia. To be continued... :)

giovedì 6 maggio 2010

Viaje en Bilbao, San Sebastian y Santander!


Con la scusa di andare a trovare il mio fratellino in Erasmus a Bilbao mi sono concessa 3 giorni di relax fuori dall'Italia. Destinazione Bilbao, ma non solo. 
Erano anni che sognavo di vedere dal vivo il fantasmagorico Guggenheim progettato da Frank Gehry...e allora ho colto al volo l'occasione! Inoltre, vista la super organizzazione del mio brother, sono riuscita ad andare anche a San Sebastian e Santander. Insomma, erano più di 6 mesi che non vedevo il mare...ora i miei occhi ne hanno fatto una bella scorpacciata!
Sabato Primo Maggio è stato dedicato a San Sebastian (Donostia, in basco)...una cittadina balneare di circa 170.000 abitanti a poco più di 30 km dal confine francese. All'inizio il tempo non era dei migliori, ma noi ce ne siamo fregati e, dopo una breve ricognizione tra i negozietti del Casco Viejo (Quartiere Antico), ci siamo fiondati nella spiaggia più bella, Playa de la Concha! Si tratta di una vera e propria baia (non a caso concha significa conchiglia) che delimita la cittadina a nord. 
Devo dire che il mio primo impatto con l'Oceano è stato mozzafiato...penso di aver fatto un centinaio di foto praticamente identiche...è che volevo riuscire a catturare in almeno uno scatto la bellezza che avevo davanti agli occhi...ahimè, cosa impossibile.
Dopo aver mangiato in spiaggia una super baguette con il jamon serrano ( un tipico prosciutto spagnolo, simil crudo, buonissimo!!!) siamo andati a fare un giro più approfondito per la città. Sarà che era l'ora della siesta o sarà che era il primo maggio, ma all'inizio non c'era molta gente in giro e, a parte nel casco viejo, tutti i negozi e bar erano chiusi (a dir la verità cercavamo un negozietto cinese dove comprare un paio di jeans da 4 soldi visto che eravamo fradici dopo esser stati distesi sulla sabbia umida...ma a San Sebastian i negozietti cinesi, notoriamente sempre aperti, erano rigorosamente "cerrados").
  
La cosa che salta subito all'occhio passeggiando per questa cittadina è la presenza di molteplici stili architettonici, soprattutto del periodo della Bella Epoque. Verso le 16 del pomeriggio ci siamo accorti che qualche raggio di sole si stava facendo largo tra le nuvole e allora nuovamente ci siamo fiondati in spiaggia...questa volta alla Playa Zurriola. Anche qui lo spettacolo era davvero notevole...anche per la presenza di una gigantesca statua del Cristo che sovrasta il monte che si affaccia sulla Playa (come a Rio!).





Alle 19, orario aperitivo, ci ritroviamo immersi del caos dei mille localini della parte vecchia... è il momento dei pintxos (pronuncia: pincios)...degli stuzzichini a base di pesce, troppo sfiziosi, buonissimi e coloratissimi...ma anche abbastanza cari (anche 2 euro l'uno!)...e, dopo aver mangiato dei pintxos accompagnati da una buona sangrìa, la nostra giornata in questo luogo meraviglioso volge al termine  (non a caso si parla di San Sebastian come della "Perla dell'Oceano") e ci avviamo al nostro autobus che ci riporterà a Bilbao).


  








Domenica 2 Maggio restiamo a Bilbao a visitare la città. Non stavo più nella pelle nel vedere da distanza ravvicinata l'edificio scultoreo del Guggenheim... ma sono rimasta colpita dal fatto che la città in generale ha fatto dell'architettura  una sorta di bandiera della sua rinascita economica (e culturale, ovviamente). Bellissimo il ponte di Calatrava, le torri di Isozaki e..grande idea quella di far progettare da Norman Foster le entrate della Metropolitana (quando una cosa simile anche a Milano???). Indubbiamente una cosa apparentemente così insignificante contribuisce a dare una ventata di innovazione alla città! 
Poi improvvisamente mi trovo davanti il Guggenheim in tutta la sua maestosità...tutto è gigantesco, sembra quasi di essere in una dimensione onirica, in un quadro di Dalì ... nella parte che costeggia il fiume campeggia un gigantesco ragno..invece davanti all'ingresso principale c'è un enorme gatto fatto di siepe!E poi poter toccare i pannelli di titanio di mezzo millimetro che rivestono l'edificio (alto 50 metri!) come fossero squame di pesce....! Dentro gli spazi sono immensi (niente a che vedere con il Guggenheim di Venezia...)...stanze gigantesche che possono ospitare anche solo uno o due quadri. Molto interessante il secondo piano interamente dedicato all'artista indiano Anish Kapoor e particolare il terzo piano dedicato a Rauschenberg. Devo ammettere, però, che la cosa più bella da vedere di questo Guggenheim è la sua architettura...non si può descrivere la sensazione di maestosità, bisogna vederlo dal vivo!
   



Al termine di questa visita culturale della città, passiamo alla parte "paesaggistica". Siamo andati sulla collina di Artxandra con la funicolare (uno dei lati positivi di Bilbao è che è letteralmente circondata di verde!)...la vista dall'alto della città con gli inconfondibili profili del Guggenheim e del ponte di Calatrava è veramente suggestiva.
 



  Infine abbiamo deciso di raggiungere una delle mete più belle della città...la Playa de Sopelana. Grazie all'efficienza dei mezzi pubblici in mezz'ora di metro abbiamo raggiunto la costa...ci siamo inerpicati sulla collina che sovrasta la Playa... la salita è stata abbastanza faticosa visto il vento che c'era...ma sicuramente ne valeva la pena per lo spettacolo che ci si è presentato davanti! Sembrava quasi di essere in Irlanda con queste immense scogliere a strabiombo interamente circondate di verde...e con queste spiagge semi-deserte (visto il tempo uggioso c'era solo qualche surfista). Qui la natura regna sovrana in tutta la sua bellezza...e questi posti hanno un'energia ricaricante indescrivibile...

Quando siamo tornati in centro abbiamo trovato una città in subbuglio per l'imminente partita dell'Atletico Bilbao...letteralmente venerato dai Bilbaini, che chiamano il loro stadio (che si trova in centro) "la Catedral".
La sera era tutto più o meno deserto, però noi non abbiamo rinunciato ad un giretto...questa volta, al posto della sangria, abbiamo preso un bicchiere di mosto (buonissimo!!!) con tanto di oliva e fettina d'arancia. :)





Lunedì 3 Maggio (il mio ultimo giorno in spagna.... sigh..), dopo la mattinata trascorsa a fare le ultime compere in giro per Bilbao, siamo partiti alla volta di Santander. Anche qui il tempo non era dei migliori, ma noi, imperterriti, abbiamo deciso di prendere il traghetto per andare alla Playa de Somo e alla Playa de El Puntal, ovvero una "Lingua di sabbia" dove da un lato si ha l'Oceano e dall'altro si forma una specie di mare interno. Abbiamo passato un'ora a dir poco emozionante a camminare (trascinando il mio mini trolley!!!) sulla sabbia, con l'oceano che "ululava"... è stato qualcosa di magico...!














Alle 18 siamo riusciti a prendere il traghetto per tornare in centro a Santander..Dopo aver fatto un giro tra i negozi, ci siamo rifocillati con la torta tipica della città (era veramente buona...ma non ricordo più il nome...!). 
La città, tipica località di mare con un lungo viale costeggiato di palme, mi ha fatto davvero un'ottima impressione...peccato che il sole non si è fatto vedere e peccato che il tempo è stato davvero poco. Un'occasione in più per tornarci!  Le 20.00 sono arrivate troppo velocemente...e mi sono dovuta avviare verso l'aeroporto...però sono stati davvero 3 giorni intensi e bellissimi, come tutti i posti che ho visto...Grazie Brother! Hasta luego!
PS: spero con questo racconto e con queste foto di aver fatto venir voglia a qualcuno di andare in questi posti stupendi...(3 giorni e 50 euro di volo A/R)...meritano davvero!!!

lunedì 19 aprile 2010

FuoriSalone DueZeroUnoZero

Oggi ultimo giorno di Salone del Mobile di Milano. Volevo fare una recensione per ogni giorno di salone per raccontare almeno una parte di tutte le cose belle che ho visto...ma purtroppo non ho avuto un solo attimo in questi giorni e così ho deciso di focalizzarmi su alcuni luoghi o oggetti che mi sembrano adatti a condensare le impressioni di questi giorni frenetici.

Giovedì è stata la giornata del nuovo Brera Design District, non sono riuscita a vedere ogni singolo showroom ma ce n'è sicuramente uno dove sono tornata per il secondo anno consecutivo e continuo a trovarci oggetti magici, è Dilmos in Via Solferino. C'erano tavoli in vetro con delle "gambe" un pò speciali... e oggetti apparentemente "normali" alla vista, ma che al tatto si rivelavano qualcosa di diverso...il vaso qui sotto sembra in ceramica, ma in realtà è in un materiale gommoso!


Sempre nel distretto di Brera, al 30 di via Brera, c'è l'Appartamento Lago. Bè,sarà che l'azienda Lago è delle mie parti (è di Padova!), ma mi piacciono molto i loro oggetti, hanno una linea giovane e semplice ma particolare...e, per come è stato arredato l'Appartemento, sarebbe benissimo potuto essere il clone della mia casa!Qui tutto bello ma devo ammettere mi ha folgorato un comodino...!Mi piace troppo l'apertura sfasata dei 2 cassetti!


Alla Fabbrica del Vapore il tema era l'ecosostenibilità...e gli oggetti esposti (tutti davvero belli e particolari) hanno dimostrato che la creatività si può sbizzarrire anche con materiali semplici e di riuso.
Qui sotto una lampada molto semplice realizzata con del legno grezzo e un foglio di materiale sempre naturale  (non so il nome ma si può trovare tutto al Brico!)...però fa il suo effetto!(la parte superiore ha la forma allungata del viso dell' "urlo di Munch"..). E poi un altro materiale che ho visto in modo ricorrente a questo fuorisalone è stato il cartone a nido d'ape (che viene usato per gli imballaggi e può essere reciclato!)...con cui si possono fare dei veri e propri mobili..bellissimi!Il portabottiglie è proprio carino...

 

Anche in Zona Tortona c'era una particolare attenzione per i materiali di riciclo. Qui sotto tavolo e sedia realizzati con scarti della lavorazione del legno (da Controprogetto www.controprogetto.it --> un laboratorio molto interessante). Poi a Superstudio Più mi ha colpito questa lampada antropomorfa così particolare...forse perchè mi è subito venuta in mente la lampada "animata" del logo della Pixar che si guarda intorno preoccupata...!Questa lampada sembra che si stia quasi mettendo "le mani nei capelli"..! 


 

Infine non ho voluto mancare di vedere le 3 esposizioni in Triennale Bovisa: "Compassi di latta", Design Positive" e "La mano del design". All'interno di "Compassi di latta" mi  sono rimasti impressi dei cuscini fatti con materiale da imballaggi (quello con i pallini) con dentro del materiale "morbido" riciclato, probabilmente scarti di lana o cotone...troppo forti! 



Bene,questa settimana  si chiude con un'infinità di idee nella mia testa e di ispirazioni che vorrei mettermi a realizzare all'istante...l'importante è l'entusiasmo che questo Salone, per un oggetto o per un altro, ha lasciato a me e a tutti coloro che amano il design (non perchè è un'ostentazione o uno status symbol, ma perchè rappresenta semplicemente la "bellezza funzionale" negli oggetti della quotidianità). Concludo, quindi, con lo slogon di una delle mostre in Triennale Bovisa: I am Design Positive!



giovedì 15 aprile 2010

Primo giorno di Design Week: Triennale e Cortile della Statale!



Ieri è cominciato il Salone del Mobile e ovviamente è partito anche il mitico FuoriSalone! Ogni spazio di Milano si riempie di gente, di oggetti, di suoni, di colori e di luci! Il traffico va in tilt e penso che molti milanesi si rinchiudano in casa quasi come fanno molti veneziani durante il Carnevale...ma la cosa bella è che nessuno, e sottolineo nessuno, potrà mai dire che Milano non è una città viva!Milano diventa capitale mondiale del design...e delle cose belle! Ieri sera sono stata a fare un giro in Triennale, c'era il Camparitivando...un bellissimo allestimento di Matteo Ragni nel giardino della Triennale in onore dei 150 anni del Bitter Campari!! L'opening era fissato per le 19 ma già alle 19.20 c'era una ressa tale che il bancone era inavvicinabile per me e ho dovuto rinunciare al mio Campari! :(

 

Dopo un giretto veloce in Triennale tra gli spazi allestiti per oggetti di giovani designer polacchi e giapponesi... e uno spazio dedicato interamente alle mille sfaccettature della ceramica vista in chiave contemporanea (Ceramic Tiles of Italy), sono andata alla festa organizzata da Interni al Cortile d'onore della Statale. Bè, che dire...meraviglia delle meraviglie!! Il gioco di luci e ombre sulle arcate del chiostro, tutte quelle installazioni e la musica in sottofondo (concerto di Lorenzo Palmeri -designer- e Saturnino sul prato) rendono l'atmosfera di questo posto magico.Complimenti, INTERNI!!

Qui sotto ALBERI di Giulio Iachetti con Rosenthal e Sambonet


ARLECCHINO URBANO di Marco Zanuso Jr. con Donati Group
Rivisitazione di uno dei più classici elementi di arredo urbano:una pensilina
Pensilina-origami in allumio policromo piegato. Sarebbe un pò meno triste aspettare tram e treni sotto una pensilina così colorata :)



Qui sotto una visione d'insieme dal primo piano del chiostro. Oltre al palco da cui stavano suonando, si intravede l'installazione ALFABETI di Mario Trimarchi e Frida Doveil per Deborah Milano: piccolo giardino artificiale dedicato alla bellezza, racchiuso da schermi che scompongono spazio e luce (è quello bianco in basso a destra).


Consiglio: andate a farvi un giro nel caos del Fuorisalone...ne vale la pena!(fino a lunedì 19 aprile).
PS: meglio se usate la bici...le auto peggiorano solo la delirante situazione del traffico milanese! Il servizio di Bike Sharing è prolungato fino alle 2 di notte per questa settimana!

martedì 23 marzo 2010

Il Guerriero della Luce

Oggi ho preso coscienza di un'altra sconfitta. E non so se sia un caso.. ma stasera mi sono imbattuta in una frase che sembra scritta per me (no, non credo alle coincidenze).


Il guerriero della luce, senza volerlo, fa un passo falso e sprofonda nell'abisso.
I fantasmi lo spaventano, la solitudine lo tormenta.
Siccome ha ricercato il Buon Combattimento, non pensa che gli sarebbe mai potuto accadere; invece è accaduto.
Avvolto dall'oscurità, si mette in comunicazione con il suo maestro.
"Maestro, sono caduto nell'abisso," dice. "Le acque sono profonde e scure." "Ricordati di una cosa," risponde il maestro.
"Ciò che fa annegare non è l'immersione, ma il fatto di rimanere sott'acqua."
E il guerriero si adopera con tutte le forze per uscire dalla situazione in cui si trova.

Il guerriero della luce sa perdere. Egli non tratta la sconfitta con indifferenza, pronunciando frasi come: Be', non era poi tanto importante", o: "Per la verità, non lo desideravo neppure".
Accetta la sconfitta come tale, e non tenta di trasformarla in vittoria.
Patisce il dolore delle ferite, l'indifferenza degli amici, la solitudine della perdita. In quei momenti, dice a se stesso: Ho lottato per qualcosa, e non ce l'ho fatta. Ho perduto la prima battaglia."
Questa frase gli infonde nuove forze, Egli sa che nessuno vince sempre, ed è in grado di distinguere le proprie azioni corrette dagli errori.

da "Il Guerriero della Luce" di Paulo Coelho

sabato 20 marzo 2010

Green Life Exhibition (Meraviglie verde natura)



Questa mattina sono stata in Triennale. C'era Ross Lovegrove (a famous designer) che teneva una lecture sulla sustainibility nel design...Potevo perdermela?? Ovviamente no! Devo dire che è stata un'ora e mezza (in inglese) parecchio interessante e piena di belle idee.
Ma la Triennale è un posto magico...ci vai per un motivo specifico e alla fine trovi mille altre cose interessanti da vedere!
Avevo già adocchiato una mostra (che scade il 28 marzo) che, visto il mio grande amore per l'architettura, mi aveva ispirato parecchio: "Green life: costruire città sostenibili".
Bè, avevo intuito che sarebbe stata interessante, ma non pensavo così tanto...diciamo che sono uscita abbastanza euforica. E il motivo è che ho visto esposti progetti che credevo potessero esistere solo nella mia fantasia...e invece sono reali!
Innanzitutto il perchè di questa mostra. Perchè l'Europa ha lanciato a tutti gli effetti la sua sfida ambientale stabilendo che tutti gli edifici costruiti dal 2020 dovranno essere "nearly zero buildings", ovvero devono avere un impatto ambientale il più vicino possibile allo zero (cioè consumi ed energia prodotta dovranno cercare di bilanciarsi). Per gli enti pubblici questa scadenza è anticipata la 2018. Bello! Però se dipendesse da me imporrei di costruire edifici autonomi dal punto di vista energetico già dall'anno prossimo...ma probabilmente sono io che sono un pò drastica e impulsiva! :)
E' vero, ognuno deve fare la sua parte nella lotta contro gli sprechi (di energia e non solo) però, se prevenire è meglio che curare, allora il buon esempio dovrebbe proprio venire dall'architettura.
E infatti è proprio in questa direzione che ci si sta muovendo.

Un esempio è Solar City, a Linz, un ecoquartiere progettato da grandi nomi dell'architettura come Norman Foster, Renzo Piano (orgoglio italiano!) e Thomas Herzog (quello della Tate Gallery) in cui vivono 3000 persone. I consumi energetici sono di circa 36 kwh/mq e gli impianti solari installati coprono metà dell'energia necessaria per riscaldare l'acqua...Inoltre i progettisti hanno prestato molta attenzione a ridurre la necessità di utilizzare mezzi inquinanti (come la macchina) creando un efficiente sistema di mezzi pubblici, ovviamente con la presenza di piste ciclabili... e c'è anche un laghetto vicino perchè un altro obiettivo che vuole essere raggiunto è che ogni abitante possa avere a una distanza massima di 15 minuti (a piedi ovviamente) dalla propria abitazione un parco...insomma bisogna circondarsi di verde!La voglio anch'io una casa così..!

C'erano, poi, alcune immagini della Biblioteca Comunale di Amsterdam (la New Public Library di Joe Coenen)...anche qui ovviamente l'edificio è costruito per avere la massima resa in termini di efficienza energetica. La cosa divertente (si fa per dire) per noi italiani è che ad Amsterdam hanno stabilito che dal 2015 (tra solo 5 anni...!) tutti i nuovi edifici costruiti saranno a impatto zero...e tutti sono felici di questo!Nel senso che non c'è gente che si lamenta perchè i costi delle nuove tecnologie possono essere più alti...hanno capito che non sono costi, ma investimenti a lungo termine...in Olanda vanno fieri di questa loro mentalità. Proprio fino a qualche mese fa avevo una coiquilina olandese e un giorno mi disse quanto le mancava la sua biciletta qui a Milano...lì per lì credevo di non aver capito bene il suo inglese...invece mi disse una cosa pazzesca...che dalle sue parti la bicicletta è quasi un oggetto sacro (sei out se non usi la bici!)...perchè ad Amsterdam ci sono ben 400 km di pista ciclabile! Sinceramente quest'estate credevo che esagerasse un pò...invece la mostra in Triennale mi ha dato conferma di questo dato sconcertante (in positivo)... 400 km sono Padova-Milano andata + ritorno...di piste ciclabili (a detta della mia coinquilina, molto sicure...non come a Milano dove l'anarchia - soprattutto dei taxi- regna sovrana)!

La carrellata di progetti di edifici sostenibili potrebbe continuare...però c'è dell'altro che mi ha davvero affascinato in questa mostra... quelle che per me sono delle vere e proprie meraviglie!
Innanzitutto non sapevo che esistesse la Tegolasolare.
Si tratta di una tegola realizzata in un impasto in ceramica che ha al suo interno un pannello fotovoltaico composto da 4 celle. Quindi apparentemente sembra di avere un normale tetto di tegole...in realtà c'è un pannello fotovoltaico incorporato che immagazzina calore...!E, dunque, scompaiono i problemi legati all'incompatibilità dei pannelli solari negli edifici storici o vincolati. It's easy! L'azienda che produce queste "tegolesolari", che si occupa di produzione di ceramiche per pavimenti e rivestimenti, è Area Industrie Ceramiche --> www.areaindustrie.it )...Non so se mai qualcuno di S.Stefano di Camastra (provincia di Messina, detta anche "la città delle ceramiche"...mio paesello per metà) capiterà a leggere questo post...però spero che qualcuno lì si accorga che la ceramica non è solo decorazione, che con l'argilla si possono fare molte cose...e che la sicilia avrebbe disperatamente bisogno di distinguersi per un pò d'innovatività...soprattutto in campo di sostenibilità ambientale!

C'era poi una lavastoviglie della electrolux (www.greenspirit.it) che funziona senza collegamento alla rete elettrica, abbinando un generatore di idrogeno ad una cella a combustibile (ehm...a dir la verità sono abbastanza ignorante in materia e mi riprometto di cercare di imparare qualcosa di più di queste cose che mi affascinano tanto!). Grazie a questo e ad altri prodotti Electrolux ha ricevuto il Sustainable Energy Award dalla Commissione Europea...e ci credo!


Come al solito mi dilungo troppo...ma c'è ancora una cosa davvero bella che ho visto oggi in mostra... è proprio bella esteticamente...e sapere che è stata fatta con bottiglie di vetro riciclate, ai miei occhi l'ha resa ancora più meravigliosa! Si tratta di una specie di seduta rivestita di un mosaico ottenuto grazie alla lavorazione di bottiglie di vetro usate!
A volte siamo abituati a pensare che ciò che è fatto con materiale riciclato sia esteticamente peggiore rispetto a ciò che viene creato con materie non riciclate...bè, posso assicurare che non è assolutamente così...quel mosaico è perfetto ed è semplicemente bellissimo...e sfido chiunque a dire il contrario! E sapete una cosa bellissima?? Trend Group SpA (l'azienda produttrice) è di Vicenza!!! Non solo orgoglio italiano...ma per me è anche orgoglio veneto!!!! :) http://www.trend-vi.com/


Conclusione: questa mostra mi ha proprio messo di buon umore...E' il potere ricaricante delle innovazioni. Ti fa sentire che sei dentro un flusso di energia positiva che fa evolvere l'umanità...destinazione Futuro! E non è un concetto così scontato...perchè, quando vedo la "mia" spiaggia in Sicilia trattata come una vera e propria discarica a cielo aperto, la senzazione è quella di essere su un enorme tapis roulant che sembra allontanarti inesorabilmente dalla destinazione Futuro...
Grande Triennale, come sempre!
PS: l'unica pecca di questa mostra è il costo del catalogo...50 euro sono davvero troppi!Come fanno i poveri studentelli come me?? Peccato, ci ho lasciato il cuore in quel libro, lo volevo a tutti i costi. :(