Il passato è una costante tentazione.Tuttavia il futuro è l'unico posto dove possiamo andare se davvero dobbiamo andare da qualche parte.
Frank O. Gehry

giovedì 21 giugno 2012

"Creiamo Rilevanza, non Awareness"

Per la prima volta in vita mia quest'anno sono a Cannes, all'International Festival of Creativity Cannes Lions. Provo a definire questo evento con un concetto? Sembra di essere immersi in un mare dove si respira Futuro. Non riesco a definirlo in un altro modo. C'è una molteplicità tale di stimoli visivi ogni secondo che è impossibile non pensare che qui c'è il Futuro. Ora.
Vorrei fare dei reportage approfonditi almeno per la maggior parte dei seminar che ho seguito, ma il tempo scarseggia sempre e le cose da dire sono così tante.
Sinceramente mi sono preoccupata poco dei vari grand prix, ori, argenti e bronzi che l'italia ha già vinto qui.

Del resto stamattina un grandissimo Amir Kassaei, Chief Creative Officer DDB Worldwide e presidente dell'Art Directors Club Europe, in uno speech dal titolo "The New Creative Revolution" raccontava che alla gente, soprattutto in Europa con la crisi con la quale si convive, non interessa nulla dei premi che le agenzie vincono qui a Cannes Lions. Alle persone non interessa neanche più di tanto della pubblicità. Alla gente interessa ciò che è rilevante, ciò che aggiunge valore alle loro vite. Per questo, dice, il migliore e più efficace advertising è quello che non sembra affatto advertising.
E se molti sostengono che la pubblicità stia morendo, Amir ribatte che non è assolutamente così, anzi. L'advertising si sta solo evolvendo.

Sta cominciando una nuova fase che, dopo l'età del digital e della frammentazione - che si sta concludendo -, viene definita The Age of Brand Networks. Un'era in cui bisogna ricordare che il digitale non è un media, è un'infrastruttura; un'era dove sostanza, rilevanza e qualità sono le tre keywords del cambiamento in atto.

Inizialmente erano i computer ad esser connessi tra di loro, poi erano le persone connesse ai computer, e ora tutti sono interconnessi con tutto. E questo cambia radicalmente le cose, dice Amir.

Kassaei riempie d'orgoglio la platea quando dice che, sì, siamo fortunati, perché lavoriamo in un'industria speciale (io ne ero già convinta). Un'industria che ha il potere di comprendere la natura umana. Un'industria che ha bisogno che di ricordarsi di trattare di più le persone come amici e non come target group. Un'industria che non deve svendersi, visto che Kassaei fa scrosciare una risata in sala definendo la pubblicità come "la prostituta meno pagata al mondo".

Creiamo rilevanza, non awareness. Parla poi di una parola molto usata qui al Palais in questi giorni: creativity. Per la precisione parla di Social Creativity come l'elemento che deve caratterizzare in modo imprescindibile chi fa questo mestiere: l'umanità.

E oltre a "social creativity", anche "humanity" è stato un'altra di quelle parole che ha fatto da filo conduttore in questo festival.
Ne ha parlato ad esempio James Kirkham, Managing Director di Holler, durante un seminario di due giorni fa organizzato da Leo Burnett, dal titolo "Turning data into an idea". Sottolineava, quasi come Amir, che chi lavora in questa meravigliosa industria è un eterno studente del comportamento umano.  "HumanKind doesn't speach to people, it speaks with them".

E concludo questo post proprio con una frase di Kirkham: "Creativity has the power to transform the human behaviour".
Sì, chi lavora nell'industria della creatività è decisamente fortunato. O almeno...io mi sento così.

Vi lascio questo bell'ambient presentato da Amir Kassaei, realizzato da DDB Mexico per Volkswagen.
Ha vinto il bronzo nella categoria Promo & Activation.

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